Se il numero di fallimenti in Usa è aumentato a 346 nel primo semestre del 2024, con un incremento annuale del 5,8% (vedi Be Bankers de l’11 luglio 2024), c’è tuttavia una tendenza incoraggiante. Secondo un’analisi di Cfo Dive sull’ultimo report di S&P Global è aumentata significativamente la quota delle società che fanno ricorso al Chapter 11. La loro quota sul totale dei default è giunta al 64,45% rispetto al 54,7% dello stesso periodo del 2023.
Il Chapter 11 è un percorso che consente alle aziende di continuare a operare mentre riorganizzano il proprio debito sotto la supervisione del tribunale, anziché vendere attività per ripagare i creditori, il caso canonico di un fallimento disciplinato dal Chapter 7 nel diritto fallimentare statunitense.
“Il fatto che, relativamente, una quota maggiore di aziende stia cercando di riorganizzarsi potrebbe segnalare che diversi fattori – tra cui i prossimi tagli dei tassi di interesse di riferimento da parte della Federal Reserve, le prospettive per l’economia statunitense e la spesa al consumo e la crescita del credito privato come [a] potenziale fonte di finanziamento – stanno alimentando l’ottimismo per un risultato favorevole della riorganizzazione”, ha spiegato un portavoce di S&P Global Market Intelligence interpellato da Cfo Dive.
Tra i settori che hanno fatto maggior ricorso al Chapter 11 per gestire i propri default figurano le società immobiliari (83,3%) seguite dai servizi di comunicazione (73,91%) e delle società di materiali e tecnologia dell’informazione (60%)
Al contrario, nelle società andate in fallimento dei servizi di pubblica utilità e in quelli energetici la via diretta verso la liquidazione è stata l’opzione preferita rispettivamente nel 62,5% e nel 51,85% dei casi.