È stata presentata al Senato USA – scrive Fast Company – una proposta di legge per riformare le regole del fallimento dei consumatori. L’articolato legislativo (il Consumer Bankruptcy Reform Act) è stato redatto da un gruppo di senatori democratici e reca le firme di Elizabeth Warren, democratica del Massachusetts, Sheldon Whitehouse, per l’Illinois, e Jerry Nadler, membro di spicco della Commissione giudiziaria della Camera.
L’obiettivo della riforma – scrive Noticias Financieras – è appunto quello di cambiare le attuali regole del sistema di fallimento dei consumatori, con l’intenzione di renderlo molto più semplice e consentire alle persone di rimettersi in piedi nel tempo. In breve, la riforma semplificherebbe il processo di deposito, ridurrebbe le commissioni e garantirebbe che i depositanti si prendano cura di sé stessi e delle loro famiglie durante il processo di fallimento, aiutando gli inquilini a evitare lo sfratto e a proteggere case e auto. Inoltre, il disegno di legge consentirebbe alle persone che hanno contratto prestiti studenteschi di estinguere il debito tramite bancarotta.
La proposta di legge si propone anche di «aiutare ad affrontare le disparità razziali e di genere nel sistema fallimentare, chiudere le scappatoie che consentono ai ricchi di sfruttare il sistema fallimentare, reprimere le pratiche predatorie».
In merito all’attuale sistema fallimentare e allo scopo della riforma, la senatrice Warren ha commentato: «Le persone spesso dichiarano bancarotta per uno di questi tre motivi: perdita del lavoro, un problema medico o la disgregazione della famiglia. Quando lo fanno, si trovano di fronte a un sistema costoso e complicato. Il mio disegno di legge lo semplificherebbe e lo modernizzerebbe per rendere più facile e meno costoso per le persone ottenere aiuto».
Secondo CBS News, più di 400.000 persone negli Stati Uniti hanno dichiarato bancarotta quest’anno. Sebbene si tratti di un numero significativo, è comunque inferiore alla media pre-pandemia di 750.000 dichiarazioni all’anno. Indubbiamente, la riforma rappresenterebbe un sollievo per questi individui, grazie al potenziale di ricrescita e alla riduzione delle spese di deposito. Ad esempio, una dichiarazione di fallimento ai sensi del Chapter 13 costa 4.500 dollari e pochi richiedenti arrivano fino in fondo, secondo i media.