Trentaquattro aziende statunitensi con il sostegno del private equity o del venture capital hanno presentato domanda di fallimento tra il 1° gennaio e il 30 aprile di quest’anno, un aumento del 36% rispetto allo stesso periodo di quattro mesi nel 2023, secondo i dati dell’Intelligence di Mercato di S&P Global. I default delle società incluse nel portafoglio statunitense della società di rating stanno per raggiungere una cifra vicina al record di 103 fallimenti registrati nel 2023.
Tra i fattori che hanno contribuito ai tanti crac aziendali – secondo S&P – ci sarebbero anche l’inflazione persistente e tassi di interesse più alti a lungo termine, in grado di mettere in difficoltà specialmente le società già indebolite dalle interruzioni commerciali dell’epoca COVID.
“Ciò non solo ha influenzato i costi di prestito, creando un ostacolo al rifinanziamento del debito esistente, ma ha anche costituito un ostacolo alla creazione di nuove entrate per le imprese esposte ai consumatori” secondo Vincent Indelicato, uno dei capi del gruppo che si occupa di ristrutturazione aziendale in Proskauer Rose LLP, studio legale internazionale newyorkese.
Troppi default
Le società del portafoglio di private equity queste aziende costituiscono il 16% di tutte le dichiarazioni di fallimento presentate negli Stati Uniti nei primi quattro mesi del 2024. Ma anche il 16% delle dichiarazioni di fallimento negli Stati Uniti nel 2023, quando si è toccato il picco massimo dal 2010. In media, tra il 2010 e il 2023, le società finanziate dal private equity avevano raggiunto meno del 9% dei fallimenti negli Stati Uniti. Il settore sanitario è il più colpito tra il 1° gennaio e il 30 aprile con 12 casi.
Le società sono gravate da forti debiti derivanti da acquisizioni e ora – secondo gli esperti legali – hanno “meno margine di errore per le performance aziendali”. Inoltre sono spinte al limite dai costi più elevati e da un calo della spesa dei consumatori frenati dai prezzi alti. Tra le società che stanno tentando di difendersi dal fallimento la IT ConvergeOne Holdings Inc., la cui dirigenza ha cercato di cancellare 1,6 miliardi di dollari di debito, un peso che il CFO della società ha definito “insostenibile nell’attuale ambiente di tassi di interesse”.
Le società di private equity preferiscono negoziare ristrutturazioni del debito al di fuori del tribunale, evitando il costo, l’incertezza e la cattiva pubblicità di un processo in tribunale. Si prevede che i fallimenti rimarranno elevati fino al 2024.